Pubblicato da: miclischi | 24 ottobre 2009

Il blues interrotto di John Harvey

harveyDeve essere veramente un tipo simpatico, John Harvey. Non fosse altro che perché, giunto all’età di settant’anni, e con un centinaio di libri pubblicati alle spalle, ha ceduto ai consigli dei suoi amici ed ha aperto un blog. Poi. Oltre alla sua apparentemente inesauribile vena giallo/nera che gli fa sfornare di continuo romanzi polizieschi e affini, si dedica con passione anche alla poesia. E alla musica, tanto che, risulta dal suo sito, il tema principale cui ruota attorno la sua opera poetica è la musica, il jazz e il blues in particolare, tanto che ha anche inciso un CD di suoi reading con il gruppo Second Nature. Sul sito dell’autore c’è un lungo e convincente estratto dal CD. Su questo blog c’è una estesissima recensione del lavoro poetico-musicale di Harvey (recensione commentata dallo stesso autore).

Ma non era di questo che si voleva parlare. Anche se la musica ha un ruolo importantissimo nel romanzo Nick’s Blues magistralmente tradotto da Sebastiano Pezzani e splendidamente pubblicato da Mattioli 1885.

Nick’s Blues nicks_bluesè una storia che si sviluppa su fondali multipli. Uno è la musica. Un altro è la fotografia. Poi c’è il disagio giovanile delle periferie degradate. Poi ci sono le violenze metropolitane, la polizia le risse, gli arresti. Ed anche il lieve respiro dei primi innamoramenti scolastici. Ma quel che fa da sfondo a tutta la vicenda è la difficoltà quotidiana del rapporto fra un genitore single e un figlio adolescente. Ora, questo già di per sé, quasi ovviamente, è un rapporto difficile. Ma se si aggiunge il fatto che l’altro genitore si è suicidato una decina d’anni prima dello svolgimento della vicenda, si capisce che dire “rapporto difficile ” è dire poco.

WKD ROBERT JOHNSON

Robert Johnson

Eppure, in questa macedonia di tragedie Harvey si muove con leggiadria, viene da dire quasi con ottimismo. La lettura è di una piacevolezza estrema (complice Pezzani) e si naviga nonostante tutto con gioia fra queste quinte che riservano di continuo nuove trappole di scoramento. Uno degli elementi principali di redenzione dallo squallore della violenza quotidiana  è la musica, seguono – leggermente distanziati –  la fotografia e l’amore. Sembra che funzioni tutto bene, purtroppo però non è così. Verso la fine del romanzo, proprio quando il lettore entra in profondità in tutte queste sfaccettature della vicenda, la storia si sfalda, come se l’autore a un certo punto avesse avuto fretta di finirla, e finisce in una non-fine. Peccato. Ora, non che questa fine un po’ brusca tolga piacere alla lettura, tuttaltro, però alla fine uno ci rimane un po’ male.

Per la cronaca 1: La storia della letteratura è ricca di esempi di romanzi chiusi un po’ sbrigativamente. Un caso esemplare, il pur riuscitissimo Avviso ai naviganti di Anne E. Proulx.

Per la cronaca 2: Ottima traduzione, quella di Sebastiano Pezzani. Unico appunto: l’uso del termine secchiaio, voce talmente dialettale che non compare neanche su Garzanti lingustica, e che significa acquaio o lavello.

Per la cronaca 3: Perché una casa editrice specializzata in riviste e manuali di argomento medico si sia dedicata con passione alla pubblicazione di narrativa autori per lo più anglosassoni resta un mistero. Ma la cura nella ralizzazione di qusti volumi-quaderno, la scelta dei caratteri e della carta, insomma la competente passione editoriale della Mattioli 1885 sono veramente una goduria per ogni bibliofilo. Un piccolo neo: com’è possibile che la pagina dei ringraziamenti dell’autore sia finita dopo la lista dei libri disponibili nel catalogo dell’editore?

Migrant Mother di Dorothea Lange, una delle immagini-guida del libro

Migrant Mother di Dorothea Lange, una delle immagini-guida del libro

Per la cronaca 4: La fotografia compare grazie agli stimoli prodotti sui personaggi dalle foto di Dorothea Lange e Walker Evans.

Per la cronaca 5: La musica. Il Blues, naturalmente. Robert Johnson? A Les piaceva, certo. Piace a tutti quelli che amano il blues. In particolare il blues del Delta del Mississippi. Il Country Blues. Leadbelly. Blind Lemon Jefferson. Son House. Però no, tuo padre preferiva dei bluesman più tranquilli, e in qualche maniera più dolci, più delicati. Leroy Carr. Mississippi John Hurt. Skip James.

John Harvey: Nick’s Blues, Traduzione di Sebastiano Pezzani. Edizioni Mattioli 1885, 2009. 172 pagine, 16 Euro.


Risposte

  1. Qui c’era un commento di tal Silvana Pesci, ma poiché risulta inviato da un indirizzo di email inesistente, risulta a tutti gli effetti anonimo, e quindi è stato cancellato.

  2. Grazie per la recensione, che abbiamo linkato alla relativa scheda del libro nel nostro profilo Anobii:

    http://www.anobii.com/mattioli1885

    Per la cronaca, è già da un po’ che pubblichiamo libri di argomento non medico!
    Ciao. 🙂
    Mattioli 1885

  3. […] la cronaca 3: Si era ragionato tempo fa su un altro pregevole volume della collana: qui c’è il post in […]


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