Pubblicato da: miclischi | 12 gennaio 2012

Viviani secondo Barsantini: bambini battono adulti uno a zero

Testimonianze su Viviani

Dopo il librino sulla marinesità dei marinesi (nel senso di Marina di Pisa, se ne era ragionato qui), Cristina (Titti) Barsantini torna a parlare del paesino sul litorale pisano partendo da un’altra angolazione: quella del suo intimo e personale relazionarsi all’arte grafica di Giuseppe Viviani (sì, quello del controverso spiazzo sterposo – il Paduletto – a lui intitolato). E’ il libro Giuseppe Viviani – dagli occhi al cuore pubblicato alla fine del 2011 da ETS.

Dopo un’introduzione in cui l’autrice spiega i suoi intenti e il suo approccio molto personale, si comincia con le cose serie: la riproduzione di alcune, straordinarie opere di Viviani e, soprattutto, le testimonianze di come alcuni bambini delle scuole elementari hanno tradotto in poche scarne parole le emozioni suscitate dalla visione dei quadri.

E qui ci sono proprio delle perle di vera saggezza, dei distillati di emozione pura, non mediati dalla verbosità degli adulti, né dagli estetismi del linguaggio. I bambini, è naturale, sono colpiti soprattutto dai cagnoni tristi del Viviani, ma fra le parole più intense ci sono quelle dedicate alle persone e agli oggetti: il gelataio (un pover’uomo); il ciclista (disperato, va in bici perché non sa come levarsi dalla testa i pensieri che lo angosciano); il caterattaio (L’uomo con le mani grandi / voglia di abbracciare / ma non si sa chi); la bicicletta ( … si accorse che la bicicletta gli sorrideva – in bici si vede il mondo in movimento).

Il ciclista del 1955

Si continua poi con i ragazzi delle scuole medie e poi con i dotti liceali del Classico Galilei. Con l’aumentare dell’età, fatalmente, diminuisce la freschezza, aumentano le costruzioni intellettuali, si appanna la magia vivianiana (con tutto il rispetto per le luminose intuizioni di alcuni liceali). A corredo delle testimonianze dei bambini ci sono anche alcune riproduzioni di disegni, libere e gustose reinterpretazioni dei temi e dei tratti del Viviani.

Infine gli adulti. A partire dal Sindaco, e poi giù giù con le testimonianze di chi ha conosciuto l’artista, vecchi amici, parenti, artisti, tutti intervistati dalla Barsantini, con lo stile cui già ci aveva abituato nel suo Marina nell’anima. Per chiudere, una testimonianza di Plinio Bianchi corredata dalla trascrizione di alcuni suoi articoli di giornale. Tutti elementi utili per contribuire alla ricostruzione della vita e dell’arte del personaggio Viviani.

Il caterattaio del 1962

Alla fine del libro, subito prima di una straordinaria antologia di riproduzioni di Viviani, la chiusa dell’autrice: un’analisi delle parole ricorrenti usate dalle persone coinvolte, un tentativo di ricondurre l’arte vivianiana, così come filtrata dalle esternazioni degli intervistati, a una serie di parole-chiave che tutto riassumano ed esemplifichino.

Ecco, in questa parte il libro perde un po’ il suo punto di forza di lavoro fresco e godibile (le testimonianze delle emozioni suscitate dai quadri del Viviani), e si addentra nel terreno minato delle deduzioni e controdeduzioni. Se pure con il lodevole intento di far conoscere e riconoscere il patrimonio artistico che l’incisore marinese ci ha lasciato, questa è forse la parte del libro meno godibile.

Meno male ci sono i bambini e le loro parole non-mediate!

Cristina Barsantini: Giuseppe Viviani – dagli occhi al cuore. Edizioni ETS 2011. 164 pagine con illustrazioni. 15 Euro.

La bicicletta del 1961


Risposte

  1. […] delle incisioni di Viviani  da parte dei bambini e non solo della quale si era ragionato qui; e poi con una significativa partecipazione al libro fotografico di Nicola Ughi con didascalie di […]


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