Pubblicato da: miclischi | 26 marzo 2020

Uno straordinario racconto a ventuno voci di Donal Ryan

Pubblicato in Italia da Minimum Fax nella traduzione di Andrea Binelli.

Ventuno prospettive diverse. Ventuno persone (vien proprio da chiamarle persone, non personaggi) raccontano in prima persona gli stessi fatti, gli stessi luoghi, le stesse angosce, le stesse tragedie, gli stessi attori del dramma, ognuno dalla propria individualissima prospettiva. Ognuno in un capitoletto dedicato. Mai romanzo poté essere più appropriatamente definito corale.

Si tratta dell’opera prima Il cuore girevole dello scrittore irlandese Donal Ryan.

Una comunità di un paese della campagna irlandese. Una piccola comunità in cui tutti sanno (o credono di sapere) tutto di tutti. In cui niente passa inosservato, in cui tutti hanno da ridire, commentare, ironizzare su tutto e su tutti. Un ambiente in cui tutto è condizionato dalle relazioni umane. Che siano relazioni di lavoro, o di vicinato, di parentela, d’amore… Una rete di relazioni in cui spesso compare la violenza, o almeno lo scetticismo, il disprezzo o il rancore.

C’è l’alcol bevuto a suon di pinte nei pub o di gozzate dalla bottiglia di whiskey, C’è la presenza costante delle tradizioni e della religione: una presenza spesso più opprimente che consolante.

Il futuro è un’amante insensibile. Le potrete dedicare un’intera esistenza desiderandola e cercando di afferrarla, la lei vi scivolerà dalle dita, a passo di danza, per poi ridere di voi, una volta lontana. Chi dice di conoscere il futuro è un ladro e un bugiardo. Esiste una sola cosa messa per iscritto, e quindi verificabile, che si sia avverata? Niente di niente, a partire dalla Bibbia stessa.

Ci sono gli adulti, i vecchi, i bambini, anche un morto ammazzato. Ognuno con la propria voce.

Sono abbastanza sicuro di essere morto da quasi un mese e non ho ancora messo piede fuori dalla porta, Passerà un po’ di tempo, temo, prima che mi lascino evadere da questo limbo.

L’edizione in lingua inglese.

Il contesto: un’impresa di costruzioni che va a rotoli, i lavoratori che rimangono senza tutele, le tensioni sociali che si accentuano. E sulla solidarietà sembra prevalere la maldicenza, il guardarsi in cagnesco, il pettegolezzo, la malignità. Forse è proprio questo, la malignità, che fa da sfondo a tutte le vicende raccontate.

Ma forse non è un caso che il primo e l’ultimo capitolo, quelli raccontati da un uomo e da sua moglie, nonostante tutto, si concludano con la stessa parola: amore. Una luce in fondo al tunnel? Una speranza? Una consolazione? Resta il fatto che questo romanzo d’esordio a Donal Ryan gli è venuto di molto bene! E forse quel cuore girevole e un po’ arrugginito sul cancello di casa è anche il cuore – girevole – che ognuno si porta dentro.

Per la cronaca 1: Alcuni estratti della versione originale in inglese si possono leggere qui (l’inizio) e qui (alcuni brani da due capitoli).

Per la cronaca 2: La qualità di questo libro è testimoniata anche dai numerosi riconoscimenti che gli sono stati tributati: vincitore del Guardian First Book Award 2013; finalista del Dublin IMPAC Literary Award 2014; Vincitore del Book of the Year at the Irish Book Awards 2012.

Per la cronaca 3: Uno dei pregi si questa edizione italiana è la traduzione di Andrea Binelli. Alle inflessioni dialettali irlandesi, Binelli risponde con alcuni gustosi toscanismi che ci stanno proprio bene.

Ieri sera, dopo mangiato, ho fatto un salto a piedi a Fernley’s Hill, che era caldo umido, boia se era caldo…


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