Pubblicato da: miclischi | 6 novembre 2011

Area Reunion Tour

Un gruppo intramontabile

Una sera di novembre 2011, al Teatro di Pontedera, grande evento nella sala grande, un tutto esaurito che parla da solo. Gli Area sono tornati. Non per una commemorazione nostalgica, per una riflessione sugli anni che passano, sugli acciacchi dell’età. No, per un concerto vero. Quasi due ore di musica. O meglio, di buona musica. Diciamolo: di ottima musica! A volume altissimo, per ricordare che oltre ai suoni e alle armonie è importante anche il rumore puro, il grido di una musica che in trent’anni non si è ancora spento.

Un concerto straordinario, goduto dall’inizio alla fine da chi il gruppo lo aveva apprezzato a suo tempo, ma anche da chi, a quei tempi, non era ancora nato. E così, accanto a chi rievocava la celebre esibizione pisana al cinema Odeon (quando era ancora un cinema monosala col tetto apribile e lo Scaramacai che vendeva noooocciolinesemecaramelle…), quando alla fine i musicisti invitarono il pubblico a suonare insieme sul palco, e il Chilelli ci fece anche una discreta figura al basso, anche giovani e giovanissimi si sono ritrovati a dimenarsi sulle seggioline del teatro, e a cercare di inseguire sulle tastiere il ritmo indiavolato delle dita di Patrizio Fariselli.

Paolo Tofani e Ares Tavolazzi

Perché ne è venuto fuori un grande concerto? In principio fu la creatività. I pezzi degli Area sono quanto di più lontano si possa immaginare dalla banalità. Sembra che l’esigenza di comunicare in musica sia lì che bolle, e bolle e ribolle, finché non se ne esce sotto forma di brani incredibilmente coinvolgenti. Poi c’è l’improvvisazione: la matrice jazzistica dei musicisti fa capolino ogni due per tre (anzi, in questo concerto ne hanno data una bella dimostrazione, aprendo con Keith Jarrett) e mentre giocano a rincorrersi ne approfittano per uscirsene con improvvisazioni, cadenze, digressioni. Poi, visto che sono passati trent’anni dagli esordi, c’è la tecnologia. Computer sul palco, di rincalzo alle chitarre e alle tastiere, esaltazioni di sonorità, campionamenti, ma anche ripescaggio di brani e basi.

Tutto il gruppo

Infine, collante indispensabile per valorizzare tutti gli ingredienti di cui sopra, l’amalgama stupenda che tiene insieme i quattro musicisti e i loro linguaggi. Si capiscono al volo, i quattro mattacchioni, e si vede. E si sente. Rodati professionisti abituati a confrontarsi sullo stesso piano, ognuno a modo suo, producono un risultato davvero entusiasmante.

Dalle atmosfere intimiste all’inizio della serata, è stata una continua escalation, fino al tripudio che tutti si aspettavano; Luglio, agosto, settembre nero. Pubblico in delirio, standing ovation, bis, e poi tutti via contenti, contentissimi. Non prima di essere passati dal banchetto del merchandising per un CD (o un vinile!), una maglietta o una felpa.

Grazie, Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, Ares Tavolazzi e Walter Paoli. A quando il prossimo concerto? Non fate passare altri trent’anni!

Alcune foto e alcuni minivideini del concerto si trovano qui.

Alla fine del concerto


Risposte

  1. quando si dice che vale la pena esserci!
    Una serata indimenticabile.


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