Pubblicato da: miclischi | 24 novembre 2010

Parigi, musica, scrittura, fotografia

Pablo in treno - Foto di Veronica Mecchia

Quando si finisce di leggere il libro Notturno per violoncello solo di Pablo Lentini Riva si resta con l’impressione di aver letto davvero la sconsolata confessione di una persona matura e rassegnata, pronta a imboccare il viale del tramonto, e quel che sarà sarà. Infatti tutto il libro è una specie di rappresentazione dell’incapacità di prendere le redini della propria vita, e di subire, subire, subire: nei rapporti umani, nei rapporti professionali, nelle emozioni. Sembra la vicenda di un vecchio vissuto e disilluso… complice anche il risvolto del libro che non fornisce indicazioni anagrafiche sull’autore. Poi si scopre che Pabrlo Lentini Riva è nato nel 1971. Pazzesco.

La storia di un musicista, o meglio un concertista che è anche insegnante di conservatorio a Parigi, delle sue difficili vicende coniugali (la moglie è una fotografa) ed esistenziali. La storia scritta da un concertista che è anche insegnante di conservatorio a Parigi, la cui compagna fa la fotografa (è sua la foto di copertina).

L’ambientazione parigina è classicissima, con chiare atmosfere da santi bevitori, lungosenna e péniche, però l’angolazione è molto decisa: il mondo dei musicisti, degli organizzatori di concerti, delle scuole di musica. Il romanzo si costruisce tassello dopo tassello come un mosaico: c’è la musica, c’è la disperazione, ci sono la passione, la paura, la gioia. Poi compaiono i lati più oscuri: i rapporti specularmente diversi con un saggio derelitto alla fine della sua vita e con degli arrivisti ricattatori. Poi ancora la violenza inaspettata, il ribaltamento delle angosce familiari, la fine sospesa a un esile filo di incertezza.

Pensai ancora allo spettacolo e alle reazioni del pubblico. Il fatto di non essere totalmente in sintonia con le opere che avevo suonato, m’aveva permesso d’interpretarle con il distacco necessario a non travisarne il senso. Il mestiere di musicista è complesso: a volte un artista crede di potersi esprimere solo attraverso determinati pezzi, ma in fin dei conti non è vero, perché l’eccessivo coivolgimento gli fa perdere la lucidità.

E’ una scrittura che scorre via veloce, quella di Pablo Lentini Riva, sembra guidata dalla nonchalance che domina tutto il libro; è una lettura agile e avvincente, non priva di sobbalzi inaspettati.

La colonna sonora è molteplice. Se da un lato la musica più citata e prepotentemente voluta è quella delle Sei suite a violoncello solo senza basso di Bach (il protagonista suona il violoncello), c’è un’altra linea musicale, o meglio poetico-musicale, che rimane come sotterranea e compare a sprazzi a sottolineare la tragicità della narrazione. E’ Come, heavy sleep di John Dowland. Un lamento auto-funebre che rievoca straordinariamente la composizione poetico-musicale The end di Jim Morrison e The Doors.

Una delle immagini evocate nel libro

Una lettura che è anche un ascolto musicale, tanti sono i riferimenti specifici a brani e autori. E’ anche un piccolo rispettoso omaggio a Parigi, questo libro. L’omaggio di un Italiano emigrato. C’è poi la fotografia: la presenza della moglie fotografa, delle sue immagini, dei suoi autoscatti è potentissima anche in tutta la lunga sezione del libro in cui di fatto lei non c’è. Sembra di vederle, quelle foto; un’altra trama di questa scrittura che si è rivelata una piacevolissima sorpresa. Peccato, però, per quel sottotitolo…

Pablo Lentini Riva: NOTTURNO PER VIOLONCELLO SOLO – Confessioni di un musicista incantato da una sirena; Edizioni Ellin Selae, 2008. 232 pagine, 14,00 Euro.

Per la cronaca 1: La fotografa autrice della foto di copertina si chiama Veronica Mecchia. Il suo viaggio fotografico con foto fatte dal finestrino (di cui si parla anche nel libro) viene raccontato qui.

Per la cronaca 2: Se nel romanzo il protagonista suona il violoncello, nella vita l’autore è chitarrista classico.

Per la cronaca 3: Il testo Come, heavy sleep viene solitamente eseguito da un/a cantante con accompagnamento di liuto. Nel romanzo l’inteprete è Jacob Lindberg. Un pre-ascolto del suo disco si puo fare qui (è la traccia N. 10). Il testo (oltre che alla fine del libro) si può leggere qui. Questo brano è anche stato interpretato da Sting nel suo album Songs from the labyrinth.


Risposte

  1. […] disilluso (il suo precedente Notturno per violoncello solo – se ne era ragionato tempo fa  qui) dovrà ancora aspettare. Qui siamo ancora parecchio lontani dalla […]

  2. […] amore  del 2011, entrambi pubblicati da Ellin Selae. I post sui due libri sono rispettivamente qui e […]

  3. […] era ragionato tempo addietro qui e qui delle atmosfere lugubri e intense nelle storie musicali di Pablo Lentini Riva. In questo nuovo […]

  4. […] In tempi passati si era più volte ragionato dei libri di questo straordinario musicista-narratore: Notturno per violoncello solo (nel 2010); Qui si dice che fu per amore (nel 2012); Sinfonia per la città capovolta (nel […]


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